Gigi degli Abbati

Gigi degli Abbati

Si forma al Liceo Artistico N. Barabino» dì Genova e in seguito alla Facoltà di Architettura. Ancora adole-scente, frequenta lo «Studio Firma», agenzia grafica pubblicitaria, dove conosce Luzzati, Biassoni, Costanti-ni ed altri che vi collaborano. Le sue prime esperienze riguardano la decorazione d’interni e l’arredamento fino a quando, nel 1966, ottenuta una cattedra di Educazione artistica, si trasferisce a Milano, dove frequenta gli ambienti dell’Acca-demia di Brera. Contemporaneamente inizia il suo lavoro pittorico che va saldandosi con l’esperienza di-dattica. Giovanissimo ha già un invidiabile bagaglio tecnico che gli consente di giocare con i colori e con la materia; inventa e reinventa, con meticoloso impegno artigianale, delle storie dipinte, dei paesaggi onirici di sapore surrealista nell’accezione più ampia del termine, dei miti del quotidiano in atmosfere senza tempo. Nelle sue tele, popolate di cose e di personaggi fantastici, ci sono precisi riferimenti autobiografici: «lascio libero il mio Es di raccontare le verità più profonde; nel mio scomporre e catalogare, vivo la mia intima scissione e la accetto, perché la verità è dialettica e in perpetuo mutamento» (G. Degli Abbati 1979).

Una pittura simbolica, quella di Degli Abbati, che porta in superficie l’inconscio e ne propone una rappre-sentazione, non solo attraverso la composizione dell’immagine, ma anche nel perpetuare il lavorio sulla tela, nello sconfinare e rimodellare le forme, nell’imporre alla superficie quel fare esperienza della mano che, mentre lavora, pensa. Nel 1980 inizia a realizzare una pittura tridimensionale su supporti di legno che permettono all’artista di proseguire i suoi racconti fantastici nelle tre dimensioni spaziali: totem, piramidi, cubi componibili… Nello stesso periodo, l’artista inizia un’attività grafica nel campo dell’incisione, della serigrafia e della lito-grafia «.., si distingue per la raffinatezza del segno e la qualità delle morsure» (G. Beringheli 1990). La prima personale è del 1969; nel 1974 ha inizio una collaborazione con il gallerista milanese Alberto Schubert, che prosegue per tutti gli anni ’80, anche quando l’artista si trasferisce, nel 1975, definitivamen-te a Genova. Nel 1999, vincitore di un concorso nazionale, realizza al Porto Antico di Genova, nella piazza antistante la Capitaneria del porto, progettata da Renzo Piano, un mosaico calpestabile di 365 mq. raffigurante la Storia della Marineria. Dal 2003 collabora con la galleria Rafanelli di Genova. M Levo Rosenberg